I prestiti INPDAP convengono realmente?
Quando si parla dei prestiti ex INPDAP, oggi erogati dall’INPS dopo il riordino del sistema previdenziale operato dal governo Monti che ha portato alla soppressione dell’ente, solitamente il parere degli esperti è positivo. Si tratta di un prodotto che effettivamente un tempo era molto ambito da coloro che avevano i requisiti per accedervi, proprio per le condizioni favorevoli che lo distinguevano e che si sostanziava in piani di rientro spesso più leggeri rispetto ad altri prodotti analoghi.
Nel corso degli ultimi anni, però, più di una voce si è levata da parte degli addetti ai lavori per segnalare come in effetti la convenienza di questi prestiti sia andata affievolendosi nel tempo.
Per chi abbia intenzione di conoscere più da vicino queste soluzioni creditizie, segnaliamo un sito come guidaprestitiinpdap.it, ove è possibile guardare più da vicino i vari prodotti proposti dall’ente ed analizzarne pregi e difetti, grazie alle guide che lo compongono. Da parte nostra proviamo a fare chiarezza proprio sull’aspetto dei tassi di interesse praticati.
Il problema esiste per i prestiti INPDAP concessi da enti convenzionati
Quello che alcuni non sanno è che nella categoria dei prestiti INPDAP vanno a rientrare anche i finanziamenti che non sono concessi direttamente dall’INPS su richiesta di coloro che posseggono i requisiti per ottenerli, ma anche quelli che sono invece prerogativa di banche e altri enti che per poterlo fare hanno stipulato una convenzione con l’istituto. In conseguenza di ciò, mentre è del tutto chiaro il peso delle singole rate che vanno a comporre il piano di rientro dei prestiti diretti, non lo è invece quello che caratterizza i prestiti in convenzione. Ogni ente che li propone, infatti, ha una sua particolare politica e applica condizioni che prevedono o meno oneri aggiuntivi che possono andare a gravare sulla rata mensile. Il modo migliore per riuscire a capirne quindi la convenienza o meno è rappresentata dall’esame del TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Proprio questo indicatore, infatti, comprende tutti i costi accessori in questione e, a differenza del TAN (Tasso Annuo Nominale), è quindi in grado di chiarire al meglio la questione e sgombrare il campo da possibili equivoci.